domenica 31 marzo 2013

il prima e il poi...

Ci si ascolta,

bisogna sempre ascoltarci...

sentire cosa abbiamo da dirci, cosa la nostra mente e il nostro cuore vogliono comunicare...

ma è l'anima, questa, a noi perenne sconosciuta, che ci spinge dove non riusciremo MAI a immaginare di arrivare, a fare.

poi senza nemmeno rendercene conto, ci troviamo sempre a quel bivio, dove il giusto e lo sbagliato prendono forma, dove andare a destra o a sinistra sarà comunque per noi un dolore, una scelta obbligata ma pur sempre dolorosa.

allora si sceglie,

e in base alla nostra più sensibile indole si decide se far soffrire di più l'altro per salvare la nostra quiete o mettersi in gioco ancora una volta e scelgiere di essere noi stessi il capro espiatorio a quel problema e buttare tutte nuovamente le carte alla rinfusa sul tavolo.

ma sappiamo bene cosa questo comporta!

un nuovo inizio,

una nuova ripartenza!

l'ennesima ... ripartenza!

e allora ti domandi se avrai ancora la forza di ricominciare,

di riprendere in mano una per una tutte quelle carte e fare nuovamente quella faticosa e dolorosa cernita.

forse è questa la vita!

il continuare a spogliarsi del superfluo,  quello strapparsi di dosso i veli che nello scorrere del tempo diventano secchi e sempre più distanti dalla nostra anima.

ma è doloroso; spossante e il più delle volte invisibile agli occhi di chi ci vive vicino.

ma dobbiamo farlo! o forse tutto questo è solo una scusante ad un'impostazione sbagliata del nostro agire tra gli altri?

forse anche questo è un'altro dei tanti inganni che la nostra anima crea per giocare con noi?

se così fosse allora questo gioco non è affatto bello, soprattutto quando si protrae per così tanto tempo.

quello che rimane alla fin fine, sono sempre le briciole, quelle che provengono dai veli secchi che continuiamo a strapparci di dosso e che con il passare del tempo impariamo a strapparci anche quando ancora sono bene attaccati al nostro cuore!

"mi dispiace", questa è la frase che più delude tutti, ma soprattutto chi la pronuncia, non tanto per il dolore che inevitabilmente provochiamo in chi la ascolta, ma perchè è sentita ancora più forte da chi l'ha pronunciata!

"il prima" era un pianto; e "il poi" ne sarà un'altro!

Ivan